giovedì 13 settembre 2018

Eutanasie per un like

14 settembre 2018

Mi imbatto in rete in questo titolo di una nota testata giornalistica:

I veterinari svelano cosa fanno gli animali negli ultimi istanti di vita (e qual è l'errore che i padroni commettono sempre)
Le testimonianze raccolte dal Daily Mail: "Non lasciateli soli, passeranno il tempo a cercare il volto della persona che amano prima di spegnersi"

Apro il link, ovviamente aspettandomi il peggio, e puntualmente leggo:

"Ho chiesto al mio veterinario quale reputa essere la parte più dura del suo lavoro e mi ha risposto che è quando deve praticare l'eutanasia, ma i padroni nel 90% dei casi decidono di non assistere. Gli ultimi momenti degli animali in questo caso consistono nel guardarsi intorno cercando il proprio padrone e questo mi uccide".
Ora, premesso che una eutanasia negli animali domestici si effettua in anestesia generale; che una anestesia generale durante l'induzione può far girare la testa a destra e sinistra all'animale come riflesso della prevista perdita dei sensi; premesso che se è richiesta una eutanasia quasi sempre l'animale è moribondo, talvolta già privo di sensi, o in una condizione di dolore per cui l'interazione uomo-animale è davvero minimamente stimolante; ma premesso pure che ci sono cani che per indole del proprietario non gli può fregar di meno tanto da vivo quanto in punto di morte, mentre è di norma che un cane dal veterinario così come in ogni territorio estraneo trovi sollievo dalla presenza del proprietario. Fatte queste premesse allora, come può essere che testate giornalistiche di fama internazionale arrivino a pubblicare articoli del genere, giusto per guadagnare like e condivisioni?

Forse sono questi sintomi preagonici di un modello editoriale esso stesso sul punto di morte. Ma cos'è questo se non lo specchio di una società essa stessa morta dentro, sia dal punto di vista di professioni sanitarie (veterinaria compresa) che tentano di affermarsi sfruttando sentimentalismi fasulli, sia dal punto di vista dei lettori che, ignari e ingenui, si lasciano manipolare a prescindere davanti a qualsiasi forma di sentimentalismo?

Ma se è vero anche che la speranza è l'ultima a morire, e l'ultima speranza è che ogni morte apra le porte a un nuovo inizio migliore, allora speriamo che la morte di questo sistema editoriale, riflesso di un sistema professionale e sociale, apra le porte a un nuovo modo di intendere l'informazione, di intendere la formazione, e di intendere la condivisione dei loro valori.





lunedì 20 agosto 2018

Scandalizzarsi della macellazione religiosa?


20.08.2018



Vedo girare post su macellazioni sconsiderate con rito islamico per una festa religiosa, e lo scandalo sarebbe la mancanza di stordimento. Ma avete mai visto come funziona lo stordimento e la iugulazione nella catena di macellazione in occidente ogni giorno per ore? Io purtroppo sì. Pensate forse che sia uno stordimento fatto a regola d'arte con i ritmi che si devono rispettare? Pensate che ad eseguirlo siano mani esperte? Pensate poi che un animale stordito male si faccia iugulare in modo appropriato? Onestamente invece non ho mai visto una macellazione Halal/Kosher, ma vorrei sapere prima di giudicarla anche che esistenza vivono quegli animali prima della macellazione, come sono allevati, come sono trasportati, come sono trattati in sede di macellazione: perché in quella occidentale tutto ciò è follemente crudele. Infine voglio credere (visto che c'è la fede di mezzo!) che le macellazioni religiose siano condotte in modo rispettoso della morte tanto quanto della vita, e che per la mano che le attua non ci sia nulla di sconveniente nel ridurre al minimo ogni sofferenza. Ebrei e mussulmani uccidono per nutrirsi, e nutrirsi di carne è una cosa sacra di cui non abusare. Noi uccidiamo per vendere, e sprechiamo forse tre quarti di quello che uccidiamo perché il surplus è funzionale ai prezzi di vendita. Di chi e di cosa dovremmo scandalizzarci allora? Non rispondete però che scandaloso è nutrirsi di carne, perché nessuno si scandalizza che esistono leoni e lupi.