venerdì 11 marzo 2016

Batteri, vaccini, e cacca...tra lo sporco e il tossico


11 marzo 2016


Questa sera avrò il piacere di frequentare un seminario sulla microbiologia veterinaria, dal titolo molto accattivante:

Il mondo dei batteri: buoni e cattivi – conoscerli e rispettarli, a partire da un uso prudente degli antibiotici


La riflessione che mi preme oltremodo fare ora in questo blog, riguarda il modo in cui è evoluta la percezione della batteriologia da parte del mondo scientifico, accademico, e di riflesso del senso comune, dalle sue origini alla contemporaneità.

Ovviamente non ho intenzione di fare un copia incolla di collage tra testi universitari e wikipedia. Ma esprimere puramente mie personali osservazioni, basandomi sui fatti storici dal mio punto di vista.

Sono passati poco più di 300 anni da quando alcuni sperimentatori hanno osservato esistere forme di vita microscopiche unicellulari, protozoi (animali unicellulari) e batteri, e quindi entità ancora più piccole con un metabolismo cellulare "parassitario", i virus.
In brevissimo tempo, in appena 100 anni (quindi 200 anni fa), da quelle osservazioni sono scaturite conoscenze formidabili non solo sulle caratteristiche di questi microrganismi, ma anche sulla loro interazione con animali e uomo (malattie infettive). Tanto che già duecento anni fa, quando le condizioni igieniche delle popolazioni europee in media erano molto precarie, si riuscì ad allestire stratagemmi per far sì che microrganismi e corpo animale (uomo compreso) entrassero in equilibrio senza creare lo scompiglio della malattia infettiva. Si idearono cioè strategie di prevenzione (igiene) e profilassi (vaccinazione).

Il solo gesto di lavarsi le mani tra una paziente e l'altra da parte dei chirurghi ostetrici, fece crollare l'incidenza di malattie e mortalità nei nascituri in modo strabiliante. Figuriamoci aver introdotto di pari passo la disinfezione (pastorizzazione, appertizzazione, sterilizzazione...) con metodi fisici di strumentari chirurgici e altri supporti.

E che dire delle vaccinazioni? Ci sarebbe da parlare per ore. Certo l'entusiasmo di questa pratica rivoluzionaria scaturita dall'osservazione che persone cronicamente a contatto con un battere non si ammalavano di quel battere (vedi la storia del vaiolo) portò a credere che presto tutte le malattie infettive avrebbero potuto essere tenute sotto controllo, se non addirittura eradicate (come il vaiolo).

Fu una scoperta così straordinaria per il benessere e la salute della collettività, che, pare, le istituzioni ecclesiastiche (allora ancora autorità scientifiche oltre che religiose) non videro con ottimismo questa pratica. Forse perché tutto ciò che previene ed elimina la malattia... è un ostacolo alla disperazione e alla beneficienza?

Fonte non documentata




Da duecento anni a questa parte dunque, dopo queste scoperte, la società umana ha avuto un'importantissima opportunità. Quella di realizzare un benessere collettivo, dal punto di vista della salute, con pratiche semplicissime ed elementari.

Invece cosa è successo? Dal secondo dopoguerra, appena dopo altri cento anni (1850-1950) di guerre e rivoluzioni per veder garantiti libertà di pensiero e diritti civili, quando la comunità scientifica ha cominciato a camminare autorevolmente con le proprie gambe e quella religiosa a proseguire per la propria strada senza bollare ogni respiro umano, la società umana è transitata lentamente nell'era dell'economia finanziaria. La quale ha inghiottito (con le sue corporazioni) scienza, religione, e ogni sfera della salute psico-fisica della salute animale ed umana, nonché della salute dell'ambiente.

A fianco dei grandi risultati derivanti da semplici ed elementari pratiche di prevenzione e profilassi, si sono innescati disastri umanitari e ambientali di cui oggi viviamo appena un assaggio, a valutare da quello che si è riusciti a nascondere sotto il tappeto in nome non del progresso in sè, ma del progresso finalizzato al reddito finanziario.
Insomma tornando in tema, siamo riusciti negli ultimi ottant'anni (a partire quindi dal 1950) a trasformare la vaccinazione in una pratica patologica invece che profilattica; a trasformare l'affascinante mondo dei batteri in una psicosi collettiva oltre che in un bersaglio mobile sotto continuo attacco con ripercussioni catastrofiche per gli ecosistemi (vedi la resistenza batterica); a trasformare l'igiene stessa in una pratica quotidiana che predispone a malattie croniche degenerative e autoimmuni (dermatiti, psoriasi, asma, allergie...) e quindi indirettamente alle infezioni stesse.

Il corso di microbiologia veterinaria al secondo anno di università fu qualcosa che mi sconvolse. Certo le dinamiche dei sistemi immunitari sono un universo affascinante all'ennesima potenza, sotto aspetti biologici ma anche etici e persino filosofici. Ma in particolare mi scioccò una frase di poche parole da qualche parte sui testi, che recitava tipo "un centimetro cubo di aria ospita comunemente migliaia di batteri".
Rendersi conto che ogni nostra cellula respira grazie a dei batteri ancestrali inglobati miliardi di anni fa, è una cosa. Ma rendersi conto che ogni istante della nostra vita siamo in continuo scambio di informazioni con l'ambiente esterno, in un mare di batteri insieme ai quali l'evoluzione mutualistica non è mai cessata e mai cesserà, è un'altra.
E' il punto di partenza per capire quanto pericolosi siamo noi, esseri umani, con in mano conoscenze tecniche super sofisticate, ma incuranti di principi naturali alla base che permetterebbero un uso di queste tecniche sano, etico, evolutivo, e scevro da ogni logica pervertitamente distruttiva della finanza.

Mi sono spesso chiesto da ragazzino, imbattendomi in funerali di amici o parenti, come mai anche le casalinghe possono arrivare ad ammalarsi di tumore. Poi imparando a fare le pulizie casalinghe a fondo, da studente universitario, e venendo a contatto con i vapori di prodotti anticalcare sintetici, ho capito che a domande del genere forse non occorrono lunghi dottorati di ricerca.
E pensare che per un'ottima disinfezione, per una perfetta pulizia (anche contro il calcare), anche per una pratica sterilizzazione (concetto molto discutibile, visto quello che c'è in un cm cubo di aria) basterebbero poche sostanze usate in modo opportuno. Acido acetico (aceto), cloruro di sodio (sale da cucina), ipoclorito (candeggina), bicarbonato, perossido di idrogeno (acqua ossigenata)...ammoniaca in certi casi specifici... basterebbero già questi più o meno associati all'acqua bollente per risolvere ogni problema di famigerato pubblicitario sporco imbattibile. 
Purtroppo non possono bastare invece. Perchè sono sostanze naturali, o abbastanza semplici da produrre e smaltire. E questo non crea business, come fanno invece le sostanze complesse da sintetizzare, difficili da manipolare, pericolose da smaltire, complicate da bonificare... perchè questi meccanismi mettono in moto lavori specialistici e burocrazie, autorizzazioni e vincoli, terrorismi e malattie. Insomma il senso di esistere dell'economia della finanza


Nella nostra quotidianità siamo ormai abituati a usare contro parassiti fastidiosi ma relativamente innocui come le zanzare, repellenti sintetici il cui impatto ambientale e per la salute sono stratosferici. Pensiamo a cosa ecologicamente comporta produrli e smaltirli? pensiamo a cosa immettono essi stessi nell'ambiente? pensiamo a dove finiscono nel nostro corpo una volta respirati o assorbiti? Assolutamente no. Perchè sono in simpatiche confezioni colorate, alla televisione ne parlano bene, e sono magari pure profumati.

Siamo stati addestrati ad essere terrorizzati dal concetto di sporco, mentre siamo completamente indifferenti al concetto di tossico. E mentre lo sporco è qualcosa di estremamente naturale e monitorabile con buone prassi igieniche, il tossico è estremamente subdolo e camuffabile da un packaging accattivante.

Da quando sono laureato mi occupo part time anche di podologia. Un lavoro pesantissimo. Sia fisicamente che psicologicamente. Si è a contatto diretto con ciò che più di ogni altra cosa è ritenuto sporco: la cacca.
L'essere umano ha ribrezzo della propria cacca fino a cadere in paranoie esistenziali fin dall'età infantile... figuriamoci se si viene a contatto con quella animale.





Ebbene la veterinaria, per eccellenza la podologia, mi ha insegnato che in natura avvengono miracoli sotto i nostri occhi nelle cose che maggiormente pregiudichiamo. E a questi miracoli non solo siamo indifferenti, ma addirittura li mistifichiamo e li disprezziamo in modo vile e codardo.
Il miracolo ovviamente non è sopravvivere in mezzo a tutto quello sporco (che non richiede alcun miracolo)  ma trovare la forza di affrontare tutta la tossicosi psico-fisica dell'uomo moderno alla luce di ciò che si scopre piano piano essere la natura, vivendola.
Se non fosse per aver vissuto la podologia, non avrei mai realizzato cosa è normale e cosa è naturale nella vita (in un centimetro cubo di cacca bovina ci sono migliaia di batteri, virus, parassiti, miceti...eppure sono vivo!)

"Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior". Questa frase poetica geniale di De André la inserii nella mia tesi di omeopatia veterinaria, quasi dieci anni fa, affrontando proprio questi miracoli. A distanza di anni, credo sia arrivato il momento di rispolverare quella tesi, quei concetti, quelle analisi. Perchè fino a pochi anni fa la società non era pronta a parlare di certe cose, a mettere in discussione certi concetti, e guardare con occhi nuovi certi fenomeni.

Oggi, visto che i luminari professionisti e accademici del mondo della sanità fanno incontri con titoli del genere vuol dire che forse è arrivato il momento giusto. Oggi si può parlare di come Ryke Geerd Hamer e Rudolf Steiner concepivano la microbiologia senza esser presi per pazzi e rinchiusi in un manicomio.

Intanto voglio avere conferma di queste percezioni, valutando quello che si dirà tra poco a quel seminario.