venerdì 10 marzo 2017

PFAS La ciliegina sulla torta


10 marzo 2017

Ne approfitto per una confidenza veterinaria che riserbo da sempre e che questa analisi di Greenpeace mi permette di formulare. La premessa, onde non essere frainteso, è che considero i PFAS nocivi a prescindere, come ogni altra sostanza di sintesi prodotta e immessa nell'ambiente in quantità smisurata.

Il punto è che, considerando l'inquinamento globale alla stregua di una torta, forse i PFAS rappresentano una ciliegina.
Ora se di tutta la torta si riesce a identificare solo il gusto della ciliegina, facendone un'indigestione daremo di sicuro la colpa alla ciliegina quando magari la ciliegina da sola non farebbe nulla. Anche se fosse la goccia che fa traboccare il vaso, è tutta la fetta la causa dell'indigestione.

Ecco questo, suppongo, vale anche per le gravi malattie che imputiamo ai PFAS. Viviamo in un contesto di inquinamento allarmante in Veneto e, come per la torta, si conoscono e si monitorano una minima parte degli inquinanti immessi con tutte (tutte!) le nostre attività lavorative. Se ci ammaliamo di tumore a un determinato organo, i PFAS possono essere un grilletto che fa detonare quell'organo, ma c'è tutto il resto dell'inquinamento sotto che rende vulnerabile tutto l'organismo, e basta un altro inquinante per far detonare altri organi. Allora bisogna porre rimedio a eliminare tutta la torta, non solo le ciliegine. Dobbiamo cominciare a mettere in discussione tutte le nostre attività umane, non solo le smaltature dei pentole o le concerie. Perché se uno ha diritto ad inquinare, allora lo hanno tutti. In caso contrario non lo deve avere nessuno.

Perchè la mia parte come riflessione veterinaria? Perchè a farmi fare questi ragionamenti è l'aver avuto a che fare con cani e gatti che per una vita hanno bevuto acqua di acquedotti o pozzi impestati di PFAS. Ora in dieci anni di attività veterinaria a me qualche dubbio su certe sindromi epilettiche e altre malattie endocrine può anche essermi venuto. Ma che attendibilità può avere la casistica di un veterinario di periferia? Dovrebbero essere gli organi competenti a rassicurare o meno su certe correlazioni. Dove sono a distanza di anni gli studi epidemiologici dei servizi veterinari dell'Ulss e anatomopatologici dell'Università su tantissimi animali di queste aree che possono illuminare sulla fondatezza o meno di tante paure giustamente sollevate per la salute umana? Dove sono? Di che morte muoiono o di che malattie si ammalano, o non si ammalano, cani e gatti che bevono pfas da quando sono nati?