lunedì 16 maggio 2016

L'incubo della cacca a un corso preparto

15 maggio 2016

Il percorso per arrivare a farsi un'idea di come realmente funziona la natura rispetto a come siamo stati educati fin dalla nascita a immaginarla funzionare per impostazione scolastica o religiosa, per me è stato un percorso lungo e lento. Guardandomi alle spalle posso vedere che c'è stato un bivio a un certo punto, con una sosta in una sorta di terra di mezzo. I miei primi vent'anni sono stati segnati dalla bellezza profonda dello sport, dell'arte e della spiritualità religiosa. Tra l'altro posso persino dire che gli studi "scientifici" del liceo non cozzarono con le percezioni (un po' idilliache) che avevo allora della realtà, e anzi le rafforzarono. Quello che il liceo mi mise in crisi se mai fu la fiducia sulle relazioni umane. Uscendo da un'esperienza di gruppo stupenda in classe alle scuole medie, mi aspettavo che il liceo sarebbe stato da questo punto di vista qualcosa di ancora più appagante (vuoi per come avevo idealizzato le esperienze delle mie sorelle più grandi, vuoi per il rincoglionimento televisivo dei telefilm di allora). Non fu così invece. Per molteplici aspetti che porterebbe fuori tema ora approfondire.

Mi preme solo sottolineare che quella, comunque, si sa, è l'adolescenza, ed è un'età in cui da ragazzi si diventa adulti. Ora, guardandomi indietro con un certo bagaglio, posso dire che avviene una specie di sortilegio malefico nella nostra società, quel sortilegio che fa percepire l'età più metamorfica e mistica dell'esistenza come un'età complicata, contorta, destabilizzante, incontrollabile.
Nell'adolescenza, nel mentre si sta spontaneamente scoprendo proprio come funziona la natura, la società con la sua educazione scolastica e religiosa fa venire a conoscenza di come funziona il mondo
E ci è fatto intendere così che i termini natura e società sono sinonimi proprio passando per il concetto di mondo. Inganno stratosferico questo, cui rimando in altri approfondimenti.

Fatto è che la sosta davanti a un bivio nel mio percorso non fu il liceo, nonostante le sue "crisi", ma l'università. La colonna portante della mia vita (la bellezza dello sport, dell'arte, della religione) venne messa a dura prova di sopravvivenza davanti a malattie imponenti, ossia come già accennato la distrofia muscolare (esattamente all'inizio dell'università) e la sclerosi multipla (esattamente sul finire).
Certo quel bivio in sé si può considerare una tappa normale e naturale dell'essere umano sul finire dell'adolescenza (ecco perché mi premeva soffermarmi sopra) quando appunto la razionalità comincia a cercare e trovare un significato proprio della realtà che si vive, interiormente e nella relazione con gli altri e l'ambiente.
Quel bivio è fondamentalmente una presa di posizione davanti alla vita quando si scopre che a fianco della religione c'è anche una scienza, che sopra il cuore c'è sempre una mente, e che oltre alla pura passionalità con cui si vive l'infanzia occorre sviluppare una razionalità per diventare davvero grandi. 

Ora quel bivio è verosimilmente una fase spontanea attraverso la quale l'essere umano non dovrebbe avere nemmeno la percezione di transitare, se vivessimo in una società normale.
Purtroppo invece già dalla mia generazione l'Umanità è caduta dentro un sistema nuovo dove infanzia, adolescenza, e bivio, sono stravolti nella loro naturale maturazione dall'informazione radiotelevisiva. Questo non è mai successo prima nella Storia.



Infanzia, adolescenza, e bivio, sono teleguidati a maturare in una certa direzione, ben precisa al fine consumistico (ossia finanziario). Non c'è alcuno spazio né tempo per far maturare, qualsiasi sia l'inclinazione individuale, una integrazione di passionalità e razionalità al fine di trasformare persone libere (come i bambini) in cittadini liberi (come dovrebbero essere gli adulti).

Se non fosse stato per il trauma di queste malattie forse di quel bivio non me ne sarei neppure accorto. Avrei frequentato l'università con l'unico scopo verso cui teleguida la società: ottenere un pezzo di carta per il prestigio sociale di uno stipendio superiore alla classe media (la dicitura in voga 15-20 anni fa era tipo "prendere molti soldi", ma la moneta unica europea ha insegnato molto bene che il denaro non è un fattore assoluto, non esistono "molti soldi", esiste "averne più o meno degli altri" per cui è un fattore relativo).
Se non fosse stato per quelle malattie non avrei mai sostato per cinque anni davanti a quel bivio. Ho impiegato tutti gli anni universitari per studiare sodo molte materie di tante discipline, lontane dalla sfera del mio pezzo di carta. Mi entusiasmarono oltremodo la medicina dei mammiferi meditata a fianco di saggistica sulle religioni (dalle monoteistiche come l'ebraismo, il cristianesimo, l'islam, alle filosofiche come il confucianesimo, l'induismo, il buddismo) o approfondimenti di riviste scientifiche sulla filologia e la robotica.
Quando poi comparve Google e successivamente Youtube, tutto divenne ancora più travolgente e affascinante.

Non ho trovato soluzioni pratiche per alcuna distrofia o sclerosi, ma mi sono reso conto poco per volta di come funziona la natura. E a un certo punto quel bivio che con gli anni diventò quasi un'ossessione, non c'era più.

Era svanito ogni bivio tra mente e cuore, tra passionalità e razionalità. La bellezza dell'arte e dello sport erano diventate tutt'uno con la bellezza della religione e della scienza. Mi sono riscoperto pregare con lo stesso fervore di quando ero bimbo prima di addormentarmi ad esempio compiendo una corsa o impastando del pane. A me che era sempre sembrato ridicolo l'atteggiamento di quanti pregano a memoria prima di mangiare per poi abbuffarsi o sprecare il cibo sul piatto, senza rendermene conto mi sono ritrovato a compiere l'atto del masticare, quotidianamente, pregando. Ma questo non è derivato da un rituale auto-imposto, bensì dalla consapevolezza di quale miracolo sia in termini fisiologici la masticazione, e la fortuna di poter avere in bocca del cibo sano. Ma a sua volta questa consapevolezza non è derivata dall'aver vissuto in guerra o carestia, ma dallo studio di cosa significa realmente la fisiologia della masticazione e cosa significa realmente il cibo sano (nei limiti ovviamente del nostro sapere scientifico).

Insomma a partire dalla fine dell'università mi sono riscoperto prendere la vita da "extraterrestre", più che mai quando abbracciai poi l'approccio clinico di discipline mediche olistiche come l'omeopatia e la nuova medicina germanica. Tanto che mi ritrovai neolaureato, single, e quasi consapevole che con la mia visione sul mondo, nonché su salute e malattia, sarei stato destinato a un futuro non proprio roseo nella società della speculazione finanziaria.

Poco dopo aver concluso un corso triennale in medicina omeopatica veterinaria dopo la laurea, sulla cui tesi riversai di getto tutto questo mio bagaglio scientifico-spirituale accumulato fino a quel momento, la finanza mondiale crollò. Arrivò la crisi del 2008, ed ebbi la percezione che forse essere disadattati a un sistema socioeconomico fallimentare e fallito non è proprio un male. Non rappresentava certo un'opportunità, ma almeno non era un male. Internet e il social network da allora (facebook comparve proprio nel 2008 in Italia) a mio avviso poi hanno fatto la differenza, ne sono sempre stato convinto. Pare infatti che gli extraterrestri come me abbiano trovato in internet un canale di espressione, un punto di ritrovo. Piano piano è emersa una comunità di idee, una nuova coscienza collettiva. Basta pensare a come la gente ha evoluto la sua partecipazione sempre su facebook dal 2008 ad oggi. Anche la nascita di un movimento politico dal blog di un comune cittadino subito approdato nelle più alte istituzioni italiane ed europee, a mio modesto parere, rientra in questo nuovo miracoloso processo sociale di intelligenza collettiva di più alto livello favorito da internet.

Ora, furono rivoluzionari gli anni di sosta a quel bivio che mi trasformarono in extraterrestre (in realtà sapere come funziona la natura ti rende terrestre d.o.c, ed è la società dell'economia della finanza ad alienare dal Pianeta Terra che ormai è un mondo alla rovescia rispetto alla società).
Ma la rivoluzione di questi anni lentamente mi convinse di non esser destinato a metter su famiglia; un po' per paura della malattia, un po' per paura della politica che con le sue leggi finanziarie ha distrutto appunto l'ambiente, la sanità, il lavoro, e la relazioni famigliari stesse.

Figuriamoci quale altra rivoluzione sia stata ritrovarmi oggi con la mia compagna ad un corso pre-parto del sistema sanitario nazionale, dove si incontrano pediatri, ginecologi e ostetriche che riconoscono il fallimento di determinati approcci medici degli ultimi trentanni, e dimostrano di abbracciare visceralmente mentalità olistiche!

Stupore a non finire. Quasi mi pare di sognare. Io che in dieci anni di professione altro non ho fatto che ingoiare imbarazzo e angoscia confrontandomi con proprietari di animali, con amici, parenti e colleghi, accennando alle meravigliose interpretazioni della salute, della malattia, della guarigione, della morte, insomma della realtà intera da parte delle medicine alternative... ebbene io ora posso confrontarmi con personale medico che sta seguendo la gestazione di mia figlia, e sentirmi insieme a loro nelle mie rivoluzionarie convinzioni sereno, rincuorato, protetto?

Mi pare di sognare. Mi è parso di sognare in particolare all'incontro con un'ostetrica. Una energia spirituale purissima nel raccontare alcuni disastri classici della medicina tradizionale in ambito ostetrico, o nel descrivere come funziona la dinamica del parto in natura per affrontarlo al meglio. Una energia così dirompente che a un corso pre-parto può far cadere la pressione ai papà più sensibili, come realmente può avvenire in sala parto.
I suoi tanti riferimenti al mondo animale o alla natura dei mammiferi cui apparteniamo mi hanno colmato di gioia. "Pensate alle vostre gatte, pensate alle vostre cagnoline: non fanno alcun corso, non leggono alcun libro... eppure partoriscono con estrema naturalezza!". Questa la frase che più è ricorsa, di una semplicità estrema, eppure efficacissima per capire come tanto (dire tutto forse è estremo) sia stato nei decenni tremendamente complicato in ambiente ospedaliero in merito al parto, e non solo. 
Questa frase mi ha colmato di gioia anche perché è quello che ho sempre ripetuto alla mia compagna nei primi mesi di gravidanza, quando è tipico che emergano paure premature sul momento del parto. 
Ma un conto è sentirlo dire da un veterinario, un altro da un'ostetrica.

A questo punto ho a cuore una digressione prendendo spunto da una possibile situazione di disagio per le partorienti e affrontata al corso. Ossia la fuoriuscita di feci o urina durante le contrazioni in fase espulsiva.
Torniamo un attimo alla cinematografia. Tralasciamo che immaginiamo le star del cinema come esseri soprannaturali (altro che extraterrestri) immuni dal produrre escrementi come fanno tutti i comuni mortali (a proposito di ignoranza collettiva su come realmente funziona la natura). Ebbene qual'è la posizione classica fatta assumere in sala parto? Ovviamente mostrata e rimostrata negli ultimi 50 anni di cinematografia per cui ci è impensabile che il parto possa avvenire in una posizione diversa?




La posizione classica fatta assumere per partorire è quella più contro natura possibile immaginabile, perché va contro la cosa più semplice quanto importante per agevolare la fuoriuscita del feto, ossia la forza gravità.
Le posizioni per favorire realmente il parto sono queste sotto: le avete mai viste in un set cinematografico?




Poiché non le ha mai viste in un film, il senso comune occidentale di una generazione nata con l'imprinting cinematografico forse le reputerà ridicole, assurde, imbarazzanti. 
Invece la generazione dei nostri nonni (quelli nati prima del boom economico per intenderci) magari non le troverà affatto ridicole, essendo nati in casa senza parto indotto da protocollo (per evitare perdite di tempo nell'epoca del tempo-denaro; senza nulla togliere comunque a quei casi in cui l'ospedalizzazione è effettivamente necessaria, ma che non è la norma in natura).

Parlare di posizioni corrette ci fa ritornare dunque alla defecazione. Ed è una fatalità che ora scopro questa foto proprio nel sito di un'ostetrica:

LINK FOTO


Era il 2003 circa quando studiando fisiologia dell'apparato digerente, in biblioteca universitaria mi imbattei in un testo di fisiologia umana dove trovai descritto il meccanismo dell'effetto torchio (questa è il termine tecnico) che si innesca durante la defecazione nei primati. Questo effetto si attua solo ed esclusivamente accovacciati "alla turca", quando la pressione delle cosce sul ventre e la dilatazione intrapelvica favoriscono le torsioni fisiologiche dell'ampolla rettale per consentire l'evacuazione.

La posizione sul water risulta invece assolutamente innaturale e controproducente. Non solo per la defecazione che viene impedita provocando stipsi, ma anche per una serie di effetti collaterali che compromettono altri organi, in primis la vascolarizzazione del plesso emorroidale (le emorroidi). A mio avviso questa posizione nel maschio è deleteria sul lungo periodo anche per la prostata, a causa di pressioni anomale causate dalle spinte dentro un imbuto artificiale creato dalla tavoletta del water su cui sprofondano le anche.

Altra supposizione personale è che l'accovacciarsi quotidiano possa essere garanzia di una ginnastica giornaliera delle anche stesse, le quali difficilmente si ritroverebbero anchilosate in tarda età. Questa sarebbe la spiegazione per cui gli over-cinquantenni moderni (prima generazione cresciuta col water) si ritrovano quasi categoricamente in bisogno di interventi di protesi all'anca rispetto alla generazione precedente, che non ha conosciuto il water e ha compiuto vita natural durante quella ginnastica.

Insomma è dal lontano 2003 che davanti alle turche incontrandole nei locali pubblici mi viene da commuovermi (anche questo potrebbe essere un aspetto extraterrestre della mia religiosità scientifica).
Tra l'altro pare che fosse già allora in previsione in Unione Europea una legge che imponeva l'installazione di turche nei nuovi locali pubblici, appunto per gli evidenti aspetti igienico-sanitario favorevoli. Poi onestamente non ho più avuto notizie a riguardo (leggenda metropolitana?). Ma non ci sarebbe da stupirsi che abbia avuto la meglio qualche lobby farmaceutica (non certo dei produttori di water) visto il business milionario che gira attorno agli interventi medico-chirurgici per stipsi, emorroidi, disturbi prostatici, e protesi all'anca.
Avrei altre riflessioni importanti in merito che toccano il contorto e delicato problema dell'anoressia, ma vi dedicherò un post a parte perché richiede profonda disamina e qui abbiamo già messo tanta carne al fuoco.

"Pensa" mi disse l'ostetrica alla fine del seminario scambiando due chiacchiere "tutto è partito da ragazzina. Volevo fare la veterinaria, amavo gli animali e trovavo così affascinante veder nascere gattini, cagnolini, o i vitelli nella stalla dei vicini. Poi ho preso questa strada più specifica, ma ancora oggi penso che gli animali abbiano tutto da insegnarci. Alle pazienti impaurite ancora oggi dico: hai mai visto l'uovo di una piccola canarina? come possono far passare un uovo di lì! Se ci riescono loro come possiamo pensare di non riuscirci noi?".

Eh già. Proprio così. E pensare che anche i mammiferi provengono proprio da lì: un uovo. Chissà quanti milioni di anni ci metteremo ora a rompere il guscio radiotelevisivo.